Armadio Mobile
progetto di Haim Baharier
realizzato da Fabio Carturan
video-intervista a cura di Luigi Guaineri
Aron in ebraico vuol dire armadio, cassa. L’oggetto esposto evoca l’Aron haKodesh, ossia armadio mobile di santità, riposto nel Sancta Sanctorum. L’Aron haKodesh era il segno visibile della presenza divina in mezzo agli uomini e custodiva al suo interno la testimonianza della rivelazione del Sinai, cioè i cocci delle prime tavole della legge frantumate da Mosè, le nuove tavole della legge e il primo rotolo della Torah.
L’Armadio è in legno e senza orpelli, ad indicare che anche il più umile dei mobili assume un significato simbolico in funzione di ciò che contiene.
Come nell’Aron haKodesh, che veniva trasportato a spalla dai leviti nel deserto, la cassa ha due anelli per lato attraverso i quali sono inserite due stanghe a mo’ di portantina per significare che la “Legge” è viaggio. Sul coperchio dell’Armadio ci sono due cherubini alati, uno maschile e uno femminile, che si guardano reciprocamente a significare pace sociale. La tradizione dice che la voce della trascendenza nascesse nello spazio tra i loro volti per poi uscire nel mondo. Quando invece è la discordia a regnare nella Nazione, ecco che i volti dei cherubini ruotano su loro stessi, cessano di guardarsi e quindi di suscitare il suono armonico della voce divina.