Per l’universo si squaderna
di Maria Spazzi
realizzato con l’aiuto di Giulia Carolina De Cesare e Margherita Piazza
Una sala sotterranea, avvolta nella penombra e nel silenzio come una caverna. L’installazione di Maria Spazzi si ispira a Dante, a una terzina del XXXIII Canto del Paradiso, una metafora della visione del sacro, di Dio. Una metafora concreta.“Nel suo profondo vidi che s’interna, legato con amore in un volume, ciò che per l’universo si squaderna”. Un libro dove tutte le pagine sono bianche, rilegate con amore da un filo e che un refolo di vento slega e scappano fuori dalla caverna e si sollevano e spargono nello spazio, nei corridoi e nelle sale del teatro.